Scusate se il dicorso compie una brusca virata, ma le qualità terapeutiche della scrittura sono ben note, specie quella di basso profilo come usa qui in questo luogo. Scrivo perché non solo mi tocca (non mi obbliga nessuno o meglio mi obbligo da solo) restare nell'attesa, di qualcuno che forse un giorno si ricorderà chi è, e chi è stato, ma oltretutto, mi tocca (e sono sempre io ad obbligarmelo), far finta che un'infatuazione per qualcuno da poco arrivato sia cosa da poco, non esista, perché, in definitiva, io, questa persona non posso averla. Ma chi fu quel saggio conoscitore di popoli e di sventure che disse un giorno. "Soyez réalistes, demandez l'impossible!"?
domenica 29 novembre 2009
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ma allora, in Francia ci sei arrivato?
RispondiEliminaPreferisco non esprimermi (come potrei?) in merito alla suddetta questione caro Fj...Se ne può parlare via mail se ti va!
RispondiEliminaIo ci sono e ti leggo.
A presto
Per Michele: ci sono momenti di abbattimento, in cui aprire il "dibattino" come si era soliti ai vecchi tempi, tra un sorso e l'altro di Morellino di Scansano, mi aiuterebbe a digerire tanta mestizia. Ma non si può nello scritto pensare di arrivare alla stessa efficacia di quando sedevamo alla tavola rotonda dell'isola felice di...
RispondiEliminaTi terrò aggiornato, semmai ci fossero risoluzioni, di qualsiasi tipo esse siano. Dormi bene e saluta tutti.
Per Cristina: sì, ho ottenuto quello che volevo...quasi tutto quello che volevo.
Ciao a presto.
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